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“Vincitore Competizione SU: mt lo shojo manga”
tavola #143: Vincitore Competizione SU:  mt lo shojo manga

storyboard

clicca per espandere ==== vignetta #1
Kimiko Nanasawa: Sveglia, Piro-kun. Farai tardi alla lezione.
Ping: Onii-chan, ti ho preparato il pranzo.
Largo: Yo Piro. Voliamo sulla mia isola e passiamoci il fine settimana.
?: Kimiko (15 anni) Vecchia amica di vicinato. Ama Piro, ma non lo ammette mai. Sveglia Piro ogni mattina.
?: Ping-chan (13 anni) Sorellina di Piro. Molto brava a cucinare. È una piagnona e Piro le fa sempre i dispetti.
?: Largo (16 anni) Ultra ricco e donnaiolo. Ha una cotta per Kimiko, ma non riceve mai le sue attenzioni. Membro dell' F4.
==== vignetta #2
Largo: B1rr4!
Largo: B1rr4!
Ping: Largo-san, quelli sono i soldi per la cena di stasera…
Piro: Mi piacerebbe che la vita reale fosse come gli Shojo Manga…
Seraphim: L'ambientazione mi suona più come un gioco Hentai piuttosto che uno Shojo Manga.

console

<lapo>

“Lucca sotto la pioggia”

domenica 2003-11-02

Cosa dire di LuccaComics2003?
Ha piovuto.
Per forse la mia prima volta ho assistito a una fiera (il sabato) "mozza", castrata da una semplice casualità, ma iniziamo dall'inizio.

Sfiga numero 1: il viaggio
Fiduciosissimo, decido di fare la strada da Firenze a Lucca prendendo la SGC FI-PI-LI, scordandomi completamente che il suo percorso passa parecchi chilometri più a sud di Lucca; ma questo, come presto vedremo, è il meno.
Bene, è mattina, partiamo. L'acqua celeste gioiosamente ci degna della sua presenza e ci inzuppa nel breve trattodi lungarno Sodarini che percorriamo per raggiungere la macchina.
Alla guida della fida Alfa 146, partiamo per l'ovest. L'acqua celeste gioiosamente scroscia sul parabrezza rendendo la visuale inferiore al metro anche con i nuovissimi tergicristallo che si impegnano al massimo della loro velocità.
Non appena ci rendiamo conto di aver perso l'uscita che sarebbe stata la più opportuna per poter ragigungere Lucca (Pontedera, se non erro!) il mio nuovo Sony-Ericsson T68i, gioiosamente, taglia il già flebile filo di lana che era uso sostenere la spada di Damocle presente a pochi centimeti sopra la mia testa: degli impegni scout delegati ad un vice per evitare di mollare in asso la decina di amici a cui avevo già promesso un pernottamento alla mia fiorentina dimora.
Nel contempo clem131 e Marta lavorano alacremente sulla cartina stradale (in scala uno a centomila, le più comode per trovare le stradine locali…), io esco all'usicta successiva, continua la salva di telefonate scout (venga ringraziata la mia previdenza nell'acquisto dell'auricolare!) e i tentativi di riannodare quel flilino di lana e di evitare lo sfondamento del cranio da parte della contundente arma (per fortuna Damocle non la affila da migliaia di anni!) e, giustamente, l'acqua celeste insiste nel suo felice tamburellare sulla carrozzeria rendendo tutti questi compiti molto più difficili del normale.
Nonostante tutto, riusciamo a giungere.

Sfiga numero 2: i biglietti
Consci, per esperienze passate, della festiva coda alla biglietteria della fiera, ci dirigiamo immediatamente alla stazione, dove la coda per i biglietti si rivela essere di una felice oretta scarsa (e qua già sentiamo puzza di bruciato: gli altri anni non era mai stata superiore ai 15 minuti).
Gioiosi annunci lanciano sprazzi di felicità nei nostri cuori: "i pompieri hanno inibito l'accesso alla fiera per eccesso di persone", "i biglietti sono finiti", "dovete soffrire, e poi morire, bastardi!".
Nonostante tutto, riusciamo a comprarli.

Sfiga numero 3: la folla
Alcuni affermano che fosse tutta colpa della pioggia, altri affermano che gli organizzatori sono dei deficenti, altri ancora danno la colpa al comune che da qualche anno ha cancellato l'edizione primaverile.
Come dice spesso mia madre, cercare chi ha "colpa" non risolve niente, ma i fatti restano: una ressa ben superiore al normale.
Una folla, come non mai, oltremodo stupida: ho numerosamente visto zone di fiera con una densità di 15 persone per metro quadro adiacenti a zone con meno di 1 persona/m². Da notare e sottolineare che la suddetta zona "altamente popolata" non aveva particolari attrattive in più della adiacente zona vuota.
Tra un padiglione e l'altro l'acqua celeste continuava, gioiosa, a colpirci violentemente.

Sfiga numero 4: il viaggio verso la cena
Alcuni credono che un viaggio in autostrada da Lucca a Pisa sia breve e agevole.
Io ero tra questi.
Fortunatamente gli addetti delle autostrade mi hanno gioiosamente aiutato a correggere questa idea, chiudendo dal casello di Lucca l'accesso all'autostrada per Pisa.
Dopo aver fatto inversione a U in tre caseli limitrofi per cercare di aggirare l'ostacolo, perdiamo gli amici in vari buchi neri (che, incidentalmente, si riveleranno poi salti dimensionali per Pisa) decidiamo passare dal verde al blu, un colore molto più rassicurante, con la sua capillare presenza e possibilità di invertire ad U senza rischiare la vita.
Segue un percorso piuttosto agevole, sempre allietato dal violento e gioioso scroscio dell'acqua celeste.
Giunti a Pisa scopriamo la vera difficoltà di questo livello: raggiungere, da Pisa, il ristorante prescelto, utilizzando il potere del blu.
Pare che, almeno in questo compito, il potere del verde sia molto più adatto.
Non tanto per la difficioltà intrinseca della viabilità pisana, giammai, più che altro per il fatto che i gioiosi e festosi pisani annoverano principalmente tre tipi di risposte alle richieste di indicazioni:
  • certo che lo conosco, è di fianco a piazza dei Miracoli! (falso)
  • facilissimo, vai sempre a diritto, dopo due semafori prendi il sottopasso e ci sei (la strada finisce 100 metri dopo in un incrocio a T, senza incrociare semafori)
  • mi spiace non sono di qui
Riusciamo comunque ad arrivare.

Commento finale: fiera pur sempre mitica, non me la lascerò rovinare dai ripetuti e palesi interventi celesti.

<clem131>

“I'm loooooookin' in the raaaaaain...”

martedì 2003-11-04

...il che, se vogliamo, suona come "sto LUCCAaaaaaaando sotto la pioggiaaaaaa", il che fa ridere perché riprende il rant di Lapillo, e contemporaneamente cita una canzone molto famosa in cui una delle parole suona proprio come "Lucca".
Fiko.
Si diceva. LuccaComics2003. Nemmeno io, come Lapo sono disposto a farmi rovinare una bella fiera dal maltempo, perché, come dire, il maltempo non è colpa di nessuno. Tuttavia ritengo che, pur con tutte le attenuanti meteorolgiche del caso, Nonna Papera e Ciccio la mattina alle 9 il giorno di Capodanno avrebbero organizzato la fiera MEGLIO di com'era.
Mi spiego.
Il motivo principale del mio astio sta nella vendita di biglietti. Cribbio, sono mille anni che fai sta cazzo di fiera, non dirmi che non sai che nel weekend c'è un cifro di gente che vuole entrare.
"Aaaah, ma io sono furbo e compro i biglietti prima!"
Non puoi.
"Come no?! Abito a Milano, caspita, è una grande città, ci sarà UNA fumetteria a cui appaltare una prevendita di biglietti!"
Shhh. Nonna Papera sta controllando la cottura di una apple pie delicatissima e Ciccio è in pieno pisolino delle sei, sii gentile. Puoi sempre prenotarli, i biglietti!
"Ah, e dove li ritiro?"
Vedi quell'unico sportello lì davanti alla fiera con davanti la coda lunga quella mezzoretta abbondante?
"Sì."
Lì.
"Ah."
Eh. Non guardarmi così, la apple pie è stata messa a raffreddare e prima della pausa tra il pisolino delle sei e quello delle dieci non ce n'è per nessuno.
Insomma, sei obbligato cmq a fare la fila, c'erano TRE sportelli aperti per la vendita e uno per le prenotazioni. Dei tre, due erano alla fiera, e uno in stazione a Lucca. Noi siamo andati a quest'ultimo, dato che altri nostri amici sono arrivati agli sportelli della fiera circa un'ora prima di noi e quando noi siamo riusciti ad entrare loro stavano ANCORA in fila.
Descrizione degli sportelli: due persone presenti. Uno ti da il biglietto, l'altro prende i soldi e ti da il resto. Carabinierico.
Durata della fila: un'ora e tre quarti. Verso la fine della coda sono finiti i biglietti, quindi abbiamo aspettato che una T("re" in francese)A arrivasse dopo quei venti minuti scarsi, con i biglietti nuovi, entrasse dietro allo sportellino di vendita, si togliesse con calma sciarpa...
...guanti...
...la giacca...
...oh, c'è un pelucco qui...
....tolto...
...appendimento della giacca...
...appesa storta, raddriziamola...
...accomodazia sulla seggiola...
...ohhh, siamo pronti per ricominciare a dare i biglietti.
La gente nel frattempo stava organizzando tornei di scala quaranta e ramino. E il bello è che c'era gente che ci veniva da anni e sostiene che è SEMPRE così.
Dopo l'ottenimento dei biglietti è andato tutto mediamente liscio, in effetti la sola cosa pakko è che c'era una gigafila con o senza prenotazione, e che dopotutto a Paperopoli la parola "prevendita" deve ancora farsi strada nel gergo cittadino, e non si può mica pretendere più di tanto.
Quest'anno mi son fatto convincere dagli sforzi congiunti di Lapo e di Paolino, l'anno prossimo mi sa che ci vorranno quelli di Lapo, Paolino, mia nonna, il Padreterno ed Eolo dei sette nani.
Nota finale: l'immagine associata al rant è voluta e azzeccatissima