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“Bonus di iscrizione”
tavola #234: Bonus di iscrizione

storyboard

clicca per espandere ==== vignetta #1
Asmodeus: Bene, bene, se questa non è la grande Seraphim in persona. Questo tipo dev'essere davvero un perdente perché ci sia tu sul campo.
Seraphim: Asmodeus, cosa ci fai in Giappone? Pensavo che stessi rovinando le vite dei punto-com negli Stati Uniti.
==== vignetta #2
Asmodeus: Nah, è diventato noioso. Era divertente finché avevano soldi, ma ora che sono tutti al verde sono diventati dei frignoni.
Piro: Wow, devo comprare degli altri copri carte…
Seraphim: Piro…
Piro: Er, scusa.
==== vignetta #3
Asmodeus: Stai perdendo tempo su questa posa da 'buona coscienza'. La mia organizzazione ha una paga migliore, migliori benefici, e agenti più fichi. Abbiamo stile.
==== vignetta #4
Asmodeus: Forza, bella, cosa dici? Forse io e te potremmo lavorare anche su un piccolo… 'bonus di iscrizione'.
Seraphim: Pffft. Nei tuoi sogni, ragazzo pipistrello.
==== vignetta #5
Seraphim: Ho già un partner, ed è molto più sexy di te.
==== vignetta #6
Boo: Squiiiik!!
Largo: Ehi, tipetto! Junpei ed io oggi teniamo una lezione di tecnica dei controller!
Largo: Mi prendi quello che è caduto?

console

<lapo>

“La luna ha un nome?”

domenica 2004-03-28

Tutto è iniziato col mio ultimo viaggio a Firenze & dintorni, in cui ho evitato di passare a salutare i parenti (ma dopotutto stavo giù troppo poco tempo…) ma in cui ho "pagato visita", invece, a molti amici.
Tra cui Sha (da poco upgradata alla versione a 256 bit, pare), che dopo aver condiviso con noi un piovoso pomeriggio Pratese (la pioggia aiuta il prato a crescere rigoglioso, suppongo) ci ha mostrato piccoli assaggi della serie TV animata .hack//sign, la cui sigla contiene una frase che, di primo acchito, mi è parsa strana: 一月の青い月 (ichi gatsu no aoi tsuki), ovvero "la luna blu di gennaio".
Sulle prime, cercando sull'ottimo dizionario online giapponese/inglese della Monash University, avevo notato che una delle possibili traduzioni di "aoi" è anche "verde, acerbo, immaturo" e quindi mi sono detto: ma la luna è più facile che sia "immatura" (succede tutte le volte che non è ancora "piena") piuttosto che "blu". Ma poi ho pensato che durante la sigla c'è proprio un'immagine di luna piuttosto blu in quel momento per cui la traduzione era confermata. Ma mi è rimasto il dubbio di cosa fosse una "luna blu" (ho subito pensato all'anglosassone concetto che associa "blu" a uno stato d'animo triste, ma non mi pareva molto il caso).
Tempo dopo un amico mi consiglia un gioco per GameCube, un certo Harvest Moon, al che mi chiedo: ma cosa è una "luna del raccolto"?
Tempo dopo, tropo un BELLISSIMO programma vocabolario giapponese per PalmOS, fa anche la birra, anche rossa doppio malto, e scorrendo qua e là tra le (poche) parole giapponesi che conosco chi ti ritrovo? La "harvest moon", ovvero 中秋の名月 (chūshūnomēgetsu).

A questo punto inizio a chiedermi: ma quante "lune" esistono?
Ma che hanno giappone e mondo anglosassone in comune?

La domanda resta in sospeso, ma intanto ho trovato un sito molto carino che riporta i nomi di tutte le lune, eh già, perché pare che in molte culture alla luna di ogni mese venga assegnato un nome.

E pare che una "luna blu" sia la seconda luna di un mese (capita ogni 31 mesi circa, niente di così raro, nonostante gli anglosassoni abbiano un detto, a riguardo, molto simile al nostro "ogni morte di papa": "once in a blue moon").

<clem131>

R.

“R.”

giovedì 2004-03-25

nota: siccome non ho i secoli da deidcare alle cazzate, ora che gestisco il covo degli sbronzi faccio i rant per il covo e poi li copiaincollo su megatokyo. Perciò, riferimenti che sembrano non avere senso a sezioni strane del sito, beh, sono riferimenti al sito del covo. Lo trovate tra i link.
Buongiorgio.
Siamo qui riuniti oggi per parlare di un problema che mi assilla da stamattina presto, quando mi sono diretto al Servizio di Medicina Nucleare (le medicine nucleari sono tipo lo sciroppo che se per sbaglio ti cade fa kaboom) allo scopo di prelevare ivi un fantoccio plasticoso da pesare prima e dopo averlo riempito d'acqua.
È per questo che uno si laurea in fisica sperimentale.
Per giocare al piccolo salumiere con la pesa di precisione.
Vabbé, come si può intuire, il mio cervellino avido di sfide interessanti e, vista l'ora, carico di energie e di guaranà, ha messo in folle e si è lasciato andare lungo la discesa, percorrendo spazi ancora inesplorati, lasciandosi guidare dall'associazione di idee più pura.
Su tutto, il denominatore comune: la R.
Il tutto è partito dalla considerazione che ho il palmare a riparare. Il palmare è fiko. Il palmare, che non è l'imitazione discount di un noto tonno in scatola, ci ha sopra una tavola periodica. Può essere utile, no? Metti che vuoi sapere il peso in grammi di un'atomo di Wolframio.
(è il tipico argomento di conversazione che può saltare fuori quando si chiacchiera con l'amico Lapo)
Che nome del cazzo, il Wolframio.
Infatti, tutti lo chiamano correntemente... come? Covoquiz, il primo che risponde sul forum vince una bambolina gonfiabile di Golosino con tutte le proporzioni a posto.
TUTTE.
Beh, tornando all'atomo di Wolfy, è facile calcolarne il peso. Prendi il peso atomico, poi prendi il numero di Avogadro...
Presente chi è Avogadro?
Quello con cui si fa il guaRcamole.
Il GuaRcamole sta da dio coi gamberretti.
Che sono dei crrostacei che vanno in giro con dei piccoli capprelli.
I capprelli sono quei cappelli che ci hanno sopra l'ombrello, tipo questo qui.
Te li metti quando piovre.
Si dice che "piovre" quando sei al mercato del pesce all'aperto e c'è brutto tempo e le creature agonizzanti sul bancone si ringalluzziscono per l'acqua che cade dal cielo e fanno su un casino pazzesco aggrappandosi alle persone, preferibilmente in faccia alla Alien.
Pare persino che il prossimo Resident Evil sia ambientato al mercato di Catania in un giorno di pioggia.
Quindi "piovre", Da cui tra l'altro proviene l'espressione sicula "piovre piombo" quando avviene una sparatoria tra clan rivali di Cosa Nostra.
Sia le piovre sia i gamberretti vivono nel marre.
Il marre è quel posto rilassante dove vanno i francesi a rilassarsi quando non ce la fanno più.
Infatti sbuffano e dicono "J'en ai marre".
Che vuol dire "non ne posso più, vado in varcanza al marre."
Si dice che si va in varcanza perché in pratica quando vai in spiaggia al marre ci sono questi enormi archi di pietra megalitica preceltica sotto cui devi passare per raggiungere la spiaggia, quindi tutte le mattine c'è la gente che varca gli archi per andarre al marre.
Arrivato a questo punto, mi sono ritrovato a destinazione in Medicina Nucleare. Il cervello ha tirato il freno a mano, si sono aperti TUTTI gli airbag, e alcuni si sono poi anche sgonfiati e rigonfiati più volte.
Weeeee!
Gh.